Un articolo di Giulio Gori sul Corrierefiorentino ci informa che dal 15 luglio 43 giovani migranti sono ospitati in un ex albergo a Castagno d’Andrea nel comune di san Godenzo.
Il giornalista sottolinea come la popolazione abbia reagito con estrema solidarietà senza nessuna protesta o peggio barricata. Tutti hanno portato qualcosa per aiutare questi giovani che si “ sono sentiti accolti, coccolati”. Per la gestione della struttura è stata coinvolta la Misericordia locale che ha allestito vari servizi anche con l’aiuto di tanti volontari che svolgono anche lezioni di italiano di gruppo e per singoli (cosa non prevista per i Cas). L’articolo ci racconta di tre maestre che tra San Godenzo e Castagno approfittano delle ferie per fare lezioni. A far da mangiare a tutti due volte al giorno ci pensa Silvia, cuoca rumena che gestisce da qualche anno un negozio alimentari a Castagno. Tutti sono impegnati a fare qualcosa o raccogliere alimenti e vestiti, come avviene nella canonica della chiesa della frazione gestita da Don Bruno Brezzi.
C’è anche qualcuno che si lamenta ma tutti lavorano per l’integrazione grazie anche all’aiuto di Ibrahim un senegalese in Italia da 15 anni che fa da mediatore culturale.
Le criticità potranno arrivare però con l’inverno e la lontananza dalla città come spiega in un’intervista il sindaco Emanuele Piani. “ Quando le maestre a settembre torneranno a scuola, quando il paese si svuoterà, quando comincerà un inverno che qui è lunghissimo cosa succederà? – si chiede Piani –“Questi giovani avranno bisogno di un lavoro, mentre il trasporto pubblico locale qui è assente, per questo facciamo con tre nostri pulmini, è la voce principale di spesa del bilancio comunale ma sono solo 18 posti”- continua Piani – “Tutti dovrebbero prendersi un pezzo di responsabilità. Ma serve anche buon senso: lasciamo stare che noi abbiamo le classi piene grazie al nostro progetto di scuola senza zaino, ma le piccole località isolate sarebbero adatte, più che ai centri di accoglienza, alle famiglie con bambini, anche per ripopolare le scuole”.
Una bella storia di solidarietà che però mette anche in evidenza le attuali storture nella politica di accoglienza.
Il sindaco di san Godenzo è stato avvertito dal Prefetto con una telefonata nella notte dell’arrivo in questa struttura dei giovani sbarcati a Lampedusa. La struttura scelta è un ex albergo chiuso da 40 anni che non aveva allacci per la luce e l’acqua, una specie di cantiere ancora aperto. Come dire una struttura inagibile su cui si è dovuto lavorare in fretta per avere condizioni minime di vivibilità. Mancano ancora alcuni arredi e alcuni infissi e tutti dormono su brande provvisorie ma le difficoltà si stanno superando grazie al lavoro di Misericordia e volontari.
Come dice il sindaco nella sua intervista si continua ad operare “per l’emergenza migranti” e “dopo 20 anni non abbiamo strutture pronte?”.
Le strutture ci sarebbero ed sono quelle realizzate con il progetto SAI di accoglienza e integrazione che permetteva un’effettiva integrazione dei nuovi arrivati nel territorio. In queste strutture in Mugello ci sono ancora , mi dicono, 50 posti disponibili, ma si vede che a qualcuno fa più comodo l’emergenza.
Leonardo Romagnoli
Le foto sono di Giulio Gori autore dell’articolo sul Corrierefiorentino di oggi 9 agosto