Mostro : polverone o prove concrete?
Il procuratore fiorentino Creazzo ha definito l’accostamento dei delitti del Mostro alla strategia della tensione che ha insanguinato l’Italia degli anni 70/80 “un polverone”. Probabilmente ha ragione anche se il personaggio oggi indagato, l’ex legionario Giampiero Vigilanti nato a Vicchio nel 1930, ha il “ physique du role” e lascia aperti molti interrogativi. Il Vigilanti in queste ultime 48 ore ha parlato molto e rilasciato interviste sulla cui attendibilità c’è molto da dubitare anche se le coincidenze paiono interessanti.
1) Nel dopoguerra conosce Pacciani che nel 1951 uccise l’amante della fidanzata l’ambulante Severino Bonini (sono state le modalità di questo omicidio a indirizzare gli inquirenti dei duplici delitti su Pacciani) e subito dopo la condanna di Pacciani si arruola nella Legione Straniera.
2) Al suo rientro in Italia si stabilisce a Vernio in Val di Bisenzio nella stessa strada in cui abitano anche Giovanni e Salvatore Vinci coinvolti nella “pista sarda” e soprattutto gli unici che hanno un legame con il primo duplice delitto in cui venne usata la Beretta calibro 22 quello di Barbara Locci e Antonio Lo bianco avvenuto a Lastra a Signa nell’agosto del 1968 per cui fu condannato il marito Stefano Mele che ha più volte chiamato in causa Salvatore Vinci.
3) Il Vigilanti si trovava a Vicchio il giorno dell’uccisione di Claudio Stefanacci e Pia Rontini nel luglio del 1984 ed era proprietario di un ‘auto rossa come quella indicata da alcuni testimoni del duplice delitto di Antonella Migliorini e Paolo Mainardi a Baccaiano nel 1982
4) Vigilianti era in possesso di proiettili calibro 22 marca Winchester non più in produzione dal 1981 ed era proprietario di 4 pistole (una era stata sequestrata nel corso di una perquisizione poi restituita) che oggi risultano scomparse o rubate.
Basta tutto questo per riaprire un’inchiesta come quella del Mostro ? Molte di queste circostanze non erano state verificate nel 1985 quando Vigilanti venne interrogato dopo l’ultimo duplice delitto di Scopeti a San Cascano?
La vicenda rischia di diventare “ il giallo dell’estate” con titoli cubitali sparati sulle locandine sulle pagine dei giornali, come quello sul medico mugellano, di cui è difficile trovare tracce consistenti negli articoli tipo “ racconta delle ripetute convocazioni a Borgognissanti, del procuratore Canessa che lo manda a prendere, del medico che lo curava e pure lui perquisito proprio per quanto “rivelato”.” (la Nazione.) Più esplicito il Corriere Fiorentino che scrive “Vigilanti spiega infine che , per quanto ne sa lui, gli inquirenti stanno dietro “anche a un dottore di Dicomano che prima abitava a Prato” di cui però al momento non si ricordava il nome”.
Nella nuova puntata del giallo è arrivato anche il nome del medico , Francesco Caccamo , oggi 87 anni. Abiterebbe a Dicomano ma ha lavorato a Prato ed è stato medico del Vigilianti che lo ha tirato in ballo come ” anello del secondo livello”. Tesi che non ha trovato però nessun riscontro.
Sopravviverà all’estate questa nuova inchiesta? Il ritrovamento della Beretta cal.22 sarebbe la risposta definitiva ai troppi dubbi che nessun processo a sciolto definitivamente.
LR